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mercoledì 5 giugno 2019

REAZIONI GENETICHE A CATENA. LA FRONTIERA DEI “GENE DRIVE”

Reazioni genetiche a catena. La frontiera dei “gene drive” parla italianoIl vaccino tarda ad arrivare, le zanzariere non bastano, bonificare l’Africa sembra un’impresa impossibile. Ma per sconfiggere la malaria c’è una nuova speranza, che arriva direttamente dalla frontiera più avanzata della tecnologia per la modificazione genetica CRISPR.
Lo stratagemma prevede una specie di reazione genetica a catena, che può essere utilizzata dai ricercatori per ridurre drammaticamente il numero delle zanzare responsabili della trasmissione del plasmodio, il parassita responsabile della malaria. A renderla possibile sono degli elementi che sono detti “drive genetici” o “gene drive” e funzionano come degli acceleratori per la diffusione dei geni di interesse. In questo caso geni dannosi per le zanzare della specie 
Anopheles gambiae e utili a noi.
Normalmente, in accordo con le leggi di Mendel, un gene ha il 50% di probabilità di essere trasmesso da un genitore a un figlio, ma se viene guidato con un drive le sue chance sfiorano il 100%. È così che nel giro di qualche generazione un gene programmato per danneggiare una specie nociva può propagarsi con un effetto domino in tutta la popolazione, fino a  farla collassare.
Questo  filone di ricerca avveniristico ha tra i suoi fondatori un medico italiano: 
Andrea Crisanti, dell’Imperial College London. Lo abbiamo intervistato per farci spiegare tempi e modi, punti di forza e rischi di questo approccio. Grazie al suo impegno il progetto internazionale “Target malaria”, finanziato dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, vede in prima linea l’italianissimo Polo di genomica, genetica e biologia, con i laboratori di Perugia e Terni. Quest’ultimo ospita delle speciali camere climatiche che riproducono le condizioni tropicali per valutare in modo realistico l’efficacia, la stabilità e la dinamica di diffusione dei gene drive su popolazioni di zanzare contenute in gabbie ad alto grado di sicurezza e in isolamento ecologico.Cortesia Imperial College UKSappiamo che i brevetti per la tecnologia CRISPR sono contesi, ma a chi appartengono i diritti di proprietà intellettuale sui gene drive?Si può dire che i gene drive li abbiamo inventati noi, con il biologo evoluzionista Austin Burt e l’Università di Washington. Nel 2011 abbiamo firmato insieme il lavoro che dimostra i concetti di base, pubblicato sulla rivista Nature, ma abbiamo deciso di non brevettare l’idea per renderla accessibile a tutti. Lo stesso gruppo ha costituito il nucleo centrale del progetto “Target malaria”, che è cresciuto negli anni e ora è finanziato con 100 milioni di dollari.CRISPR è arrivata nel 2012. Come funzionava il controllo genetico degli insetti nocivi nell’era pre-CRISPR? Gli esperimenti per sterilizzare i maschi di una specie indesiderata tramite la mutagenesi sono iniziati decenni fa e questa strategia funziona bene, ad esempio viene applicata contro la mosca della frutta (Ceratitis capitata) in Israele, Turchia e California. Peccato che ponga grossi problemi di logistica e costi. Per questo abbiamo pensato di sfruttare una nucleasi, ovvero un enzima che taglia il DNA, per diffondere i geni incaricati di far collassare la popolazione. I meccanismi di riparazione della cellula vengono indotti a riparare la lesione generata dalla nucleasi utilizzando come stampo il cromosoma omologo contenente il gene che vogliamo propagare, e il gioco è fatto. Ma le nucleasi usate prima di CRISPR (HEG) erano difficili da programmare. Per riuscire a dirigere la loro attività verso i geni da modificare ci volevano anni di lavoro, ora con CRISPR bastano un paio di mesi. È come se fossimo impegnati ad avvitare viti a mano per costruire un macchinario e poi qualcuno ci avesse detto: “Provate questo avvitatore”. Non solo si è ridotto drammaticamente il tempo necessario per arrivare al risultato, ma è aumentata la flessibilità, e quindi anche il numero dei geni che possono essere attaccati.Dunque in laboratorio l’idea funziona. Ma funzionerà anche all’aperto, in natura? Per prepararci a questo passaggio abbiamo reclutato specialisti di discipline diverse, epidemiologi ed ecologi, scienziati sociali e giuristi, esperti di etica. Negli ultimi 5 anni abbiamo lavorato per identificare i luoghi per le sperimentazioni sul campo, reperire risorse sul posto, coinvolgere le popolazioni locali. Ora ci sono circa 100 persone coinvolte, è un’operazione gigantesca all’insegna della trasparenza e della sicurezza, in linea con la filosofia della Fondazione Gates.Perché l’Italia è così impegnata su questo fronte?Abbiamo un’importante tradizione nella malariologia, io mi considero erede di quella scuola che parte da Coluzzi e passa per Bastianelli e Grassi. Nel nostro paese la lotta alla malaria è durata oltre 80 anni, quando sono nato io la malattia si trasmetteva ancora. Le cicatrici sul territorio sono tuttora visibili: pensate alle differenze tra i paesaggi della Maremma e del Senese, ad esempio. Nella prima non ci sono ville e casali, le uniche costruzioni sono moderne perché in passato nessuno poteva abitare quelle colline. Insomma esiste ancora nella popolazione italiana il ricordo di quelle sofferenze. Ospitare dei laboratori che lavorano per sconfiggere la malaria nel resto del mondo è un bel gesto di solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite.Le modificazioni genetiche vengono fatte soprattutto a Londra. Poi le zanzare arrivano in Umbria?Viaggiano come uova su carta impregnata di acqua. Seppure il pacco non arrivasse a destinazione non sopravviverebbero, possono svilupparsi solo se viene aperto nelle condizioni giuste. Le nostre procedure sono state validate da un’ispezione internazionale e sono in linea con le raccomandazioni dell’Oms. Una volta in Italia vengono usate per studi di funzionalità, sicurezza e scalabilità. Dobbiamo vedere se la modificazione genetica viene trasmessa, se va incontro a mutazioni. Lo studiamo su grandi numeri, in ambienti che simulano le condizioni tropicali. Il passaggio successivo, dopo le camere climatizzate di Terni, saranno le biosfere in Burkina Faso, Uganda, Kenya e, forse, Mali.Reazioni genetiche a catena. La frontiera dei “gene drive” parla italianoScience Photo Library / AGFQual è la tabella di marcia?Abbiamo promesso allo sponsor di completare gli studi sulle prime linee di zanzare in due anni per avere tutta la documentazione necessaria ad andare sul campo. Probabilmente servirà più tempo per arrivare lì che per eradicare la malaria, perché non vogliamo scorciatoie. Esiste una società biotech, la Oxitec, che ha già eseguito dei rilasci di zanzare geneticamente modificate, ma le loro sono sterili quindi la modificazione genetica non sopravvive nell’ambiente, le nostre devono diffonderla fino a causare un crollo della popolazione.Che geni modificate?Lavoriamo in due direzioni. La prima consiste nel distruggere il cromosoma X durante la formazione degli spermatozoi, in modo che nascano solo maschi che non pungono e non trasmettono la malaria. Lo sbilanciamento nel rapporto tra i sessi è destinato a causare il collasso della popolazione con un effetto domino. La seconda consiste nel distruggere un gene che è coinvolto nella fertilità delle femmine ma è inutilizzato nei maschi, che quindi lo diffondono, trasmettendolo alle femmine che diventano tutte sterili.Perché invece non rendete le zanzare resistenti al plasmodio? Perché una volta rilasciate, con un sistema genetico che si autoperpetua, non avremmo alcun controllo sulla sua evoluzione. Invece bloccando la fertilità delle femmine o stimolando la produzione di soli individui maschi si possono verificare due scenari: l’approccio o funziona (eliminando le zanzare dannose) o non funziona (e la modificazione viene persa tornando allo stadio iniziale). Se necessario, le zanzare potrebbero addirittura essere reintrodotte una volta che la malaria sarà stata eliminata e non potrà più essere trasmessa.L’obiettivo dunque non è far estinguere le zanzare?C’è un esempio interessante che riguarda la Sardegna nel dopoguerra. L’isola era stata scelta come modello sperimentale dalla Fondazione Rockefeller, e per 4 o 5 anni il DDT è stato sparso a tappeto per eliminare le zanzare. Delle quattro specie malariche presenti, due sono scomparse e altre due si sono ridotte al minimo. In questo modo la malaria è stata eliminata, ma poi le zanzare sono riemerse non appena è diminuito il ricorso al DDT. Il nostro obiettivo non è eliminare del tutto le zanzare ma sopprimerne il numero per un periodo sufficiente a curare tutti i casi di malaria e bloccare la trasmissione. Questo è ciò che probabilmente accadrà: la modificazione genetica si diffonderà a macchia d’olio nel giro di pochi anni, ma alcune zanzare potrebbero trovare riparo in piccoli rifugi ecologici per poi riemergere. Preferiamo questo approccio che viene chiamato “soppressione” all’alternativa del “rimpiazzamento” per ragioni sia etiche che scientifiche.Si tratta di una strategia autosufficiente oppure complementare agli approcci classici? Il nostro obiettivo è sviluppare zanzare che siano sufficienti come strumento contro la malaria ma è un bene che questa strategia possa agire in sinergia con i vaccini in corso di sviluppo, le zanzariere, i trattamenti farmacologici e le bonifiche ambientali.Che pregi hanno i gene drive?I benefici sono trasversali: l’approccio funziona senza distinzioni di cultura, classe sociale o età; è una strategia auto-sostenibile, una volta effettuato il rilascio non c’è bisogno di grandi risorse per tempi prolungati, né di complesse strutture di logistica né di una volontà politica pluridecennale. La tecnologia può portare anche vantaggi inaspettati, mi piace pensare che possa esserci un’analogia con l’uso dei telefonini in Africa. La rete fissa stentava a decollare perché richiede investimenti ingenti, mentre i cellulari hanno abbattuto le barriere per la comunicazione, con ricadute positive non solo per lo sviluppo economico ma anche, inaspettatamente, per l’alfabetizzazione, perché scrivere messaggi costa meno che parlarsi.L’idea di una reazione genetica a catena non deve spaventare?Questa espressione è efficace ma ha il difetto di rimandare alle paure atomiche, pensi che sono stato paragonato a Enrico Fermi. Questo immaginario non trova corrispondenza nella realtà, perché quello genetico è un processo delicato, non è veloce ed efficace come una reazione nucleare. Nemmeno l’obiezione che ci stiamo sostituendo all’evoluzione naturale è convincente: tutto avviene nel quadro dell’evoluzione. L’intelletto umano e la tecnologia che ne deriva sono una caratteristica di Homo sapiens, una parte integrante della dinamica tra noi e le altre specie. Chi si oppone perché pensa che le specie siano inviolabili non cambierà mai idea. Ma oltre a questi valori ci sono gli interessi dei pazienti e della società. Eventuali controversie andranno risolte in modo democratico. A noi spetta il compito di dimostrare che è stato fatto tutto il possibile per identificare i rischi e mitigarli.Che cosa può andare storto?Esistono delle varianti di CRISPR ad alta fedeltà, che riducono il rischio di mutazioni fuori bersaglio. Ma certo se rilasciassimo le zanzare oggi, senza prima fare tutti i test necessari, potrebbero esserci effetti non previsti, per questo stiamo studiando la tecnologia insieme a tanti esperti che ne esaminano gli sviluppi da ogni angolazione possibile e procediamo per fasi. Un potenziale problema è l’insorgere di resistenza al drive, per cui la reazione genetica a catena si fermerebbe, ma stiamo predisponendo delle contromisure per evitarlo. Si pensa di mettere insieme due o tre modifiche, adottando bersagli molteplici; il principio è lo stesso di quando si usano due o tre antibiotici contemporaneamente per evitare che i batteri diventino resistenti o quando si combinano diversi farmaci antitumorali. Stiamo sviluppando anche una tecnologia CRISPR che attacca diversi punti nello stesso gene drive, così da non poter essere risistemata dall’organismo. Stiamo inoltre lavorando allo sviluppo di nuove tecnologie per confinare l’azione del gene drive o neutralizzarlo, nel caso fosse necessario.Esiste il rischio che qualcuno usi i gene drive a scopo terroristico?I timori sul “dual use” (a fin di bene e a fin di male) mi sembrano eccessivi: CRISPR sarà anche facile da usare ma la tecnologia dei gene drive non si sviluppa nel retrobottega, è molto complessa, alla portata solo di pochissimi laboratori, da questo punto di vista possiamo stare tranquilli. In definitiva il rischio maggiore che corriamo, secondo me, è che la tecnologia non venga adottata. Non bisogna dimenticare che la malaria uccide oltre 400.000 persone l’anno, portando con sé sottosviluppo e cattiva gestione del territorio. È come una zavorra generata dalla povertà che ti riporta verso la povertà.Una volta messa a punto, la tecnologia verrà donata ai paesi africani?Non ci piace l’dea di donare, perché la donazione presuppone un rapporto ineguale. Piuttosto vogliamo coinvolgere questi paesi nello sviluppo della tecnologia. Per questo investiamo in capacity building, technology transfer, training dei ricercatori africani e questi sforzi aumenteranno nei prossimi mesi.(L'originale di questo articolo è stato pubblicato nel blog CRISPerMania il 26 giugno 2017. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)

martedì 4 giugno 2019

LA GESTIONE SOSTENIBILE DEI RIFIUTI

La gestione dei rifiuti riveste un ruolo non trascurabile nella definizione di una strategia 
 ambientale sostenibile. I modelli di gestione integrata dei rifiuti si pongono come obiettivo non solo la prevenzione e la riduzione dell’ impatto ambientale connesso al ciclo di gestione, ma an- che il miglioramento complessivo del sistema “uomo-ambiente” ed un uso più sostenibile delle risorse. La riduzione della produzione dei rifiuti e della loro pericolosità costituisce un elemento fondamentale della politica integrata dei prodotti, ma urgono in ogni caso azioni che incoraggino il riciclaggio e il recupero dei rifiuti.


La riforma della gestione dei rifiuti urbani

lunedì 27 maggio 2019

L’editing del genoma e il sistema CRISPR/Cas9

Per editing del genoma si intende quell processo attraverso il quale un pezzo di DNA in qualsiasi cellula (di piante, animali, lieviti o batteri) è rimosso, sostituito o aggiunto. Se per un istante immaginiamo il genoma come un grande libro, “l’editing” corrisponderebbe alla sostituzione delle singole lettere in quel libro cosi che si formino nuove parole. Il processo di editing si basa su proteine “forbice” che riconoscono segmenti specifici di DNA nell’intero genoma e fanno un taglio nella doppia elica. La macchina cellulare normalmente ripara questi tagli ma occasionalmente compie degli errori nella riparazione che vanno a cambiare la sequenza del DNA nella cellula. Gli scienziati usano questo processo nell’editing del genoma attraverso l’ingegnerizzazione delle proteine “forbici” per ottenere dei tagli precisi che risulteranno nello spegnimento dei geni. In alternativa, i ricercatori possono aggiungere del codice di DNA. Per esempio, possono indurre le cellule a incorporare nuovo codice nei ”punti di rottura” in modo da sostituire un gene mutato con uno sano o vice versa.
Fino a poco tempo fa, i ricercatori editavano il DNA con tecniche complesse e laboriose, le quali richiedevano anni anche solo per un editing del genoma molto piccolo. Tuttavia, un nuovo strumento di editing del genoma, chiamato CRISPR-Cas9, scoperto studiando il mondo dei batteri, sta rendendo l’editing veloce, semplice e preciso. Il suo vero potenziale è adesso a portata di mano





"Matematica e gioco" o "Matematica è gioco"? - Classi terze



Cos’è la matematica?
La matematica è una scienza? È una filosofia? Un’arte? Cos'altro?
Difficile rispondere, se si vuole una risposta banale. Ma facile rispondere, se la risposta può non essere unica.
Infatti più si studia matematica e meno si capisce come sia fatta, a cosa appartiene, dove comincia e, soprattutto, se e dove finisce.
La matematica è dentro tutte le cose (anche se certe volte risulta difficile accorgersene), e in questo blog punteremo l’attenzione alla relazione che c’è tra matematica e gioco.

Il gioco è definito come: “qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini e adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive”.

Questa definizione sottolinea due aspetti fondamentali del gioco: la libera scelta e la finalità di puro divertimento. Ma anche la matematica può essere affrontata come un gioco, cioè come strumento che ci permette di ricercare la soluzione ad un enigma.

Per esempio, sfruttando le vostre conoscenze recenti (argomenti di quest’anno scolastico) siete capaci di dare la spiegazione a questo mistero?

Dividendo il triangolo a sinistra in quattro figure geometriche e ricomponendole in modo diverso a destra ci accorgiamo che manca qualcosa….come è possibile? Sapresti spiegarlo?

Sapresti trovare (o creare) un gioco che si possa risolvere con le tue conoscenze matematiche?


I POMODORI DEL NONNO FRA RETTE E PARABOLE



E’ vero che più la produzione di un qualsiasi bene aumenta e più aumentano i profitti?

Mio nonno che, quando era in vita, faceva l’agricoltore era convinto di questa teoria.

Infatti ricordo ancora oggi quando affermava: “quest’anno ho intenzione di piantare più pomodori nel mio terreno in modo tale da poter guadagnare di più dell’anno scorso vendendoli al mercato”.

Proviamo allora a modellizzare matematicamente questa sua convinzione per capire se avesse veramente ragione.

Facciamo alcune considerazioni:
Sia q la quantità di pomodoro prodotta, c il costo per un kilogrammo di pomodoro prodotto e p il prezzo di vendita. Sappiamo che il ricavo è dato dal prodotto della quantità per il prezzo, R=pq mentre il profitto P è dato dalla differenza tra il ricavo ed il costo totale che si ottiene in modo simile come C=cq (prodotto del costo al kilogrammo per la quantità di pomodoro prodotto), quindi

P=R-C=pq-cq=(p-c)q

Seguendo il ragionamento del nonno, se il prezzo di vendita è maggiore del costo unitario di produzione, cioè p>c, allora il profitto aumenterà quanto più aumenterà la quantità di pomodori da lui prodotta.

In realtà, il nonno non teneva conto di una semplice cosa: il comportamento dei consumatori. Lui dava per scontato che tutto il pomodoro prodotto poi riuscisse a venderlo al mercato.
Non sempre i consumatori saranno disposti ad acquistare tutto il pomodoro del nonno ed al prezzo da lui preteso. Allora a questo punto, pur di non riportarsi il pomodoro a casa sarà costretto ad abbassarne il prezzo.

Nella realtà, ciò significa che il prezzo dipende dalla quantità ed è una funzione decrescente di essa. Tale funzione può essere rappresentata con una retta di equazione p = - bq + a, dove a è l’intersezione della retta con l’asse dei prezzi e b è la sua pendenza. 


Dunque, nella realtà, il ricavo diventa R=pq=(-bq+a)q e di conseguenza il profitto sarà:
P=R-C=(-bq+a)q-cq=-bq2+(a-c)q

che altro non è che l’equazione di una parabola, il cui grafico è quello rappresentato di seguito.


Si tratta di una parabola concava con un punto di massimo profitto nel suo vertice.
Ci si rende conto che i profitti sono nulli non solo quando il nonno non produce nulla (q=0) ma anche quando produce troppo ((a-c)/b).
Mentre il massimo profitto del nonno è proprio a metà fra questi due valori di produzione.
Guardando quindi il grafico sopra riportato si capisce che il nonno guadagnerà di più se produce meno pomodori di (a-c)/2b mentre oltre questo valore di produzione i suoi profitti caleranno e sarebbe il caso che il nonno distruggesse il pomodoro in eccesso ma, sono sincero, se lui fosse ancora in vita non credo proprio che avrei avuto il coraggio di dirglielo.

Quanto riportato nell’articolo, dedicato soprattutto alle terze classi del liceo scientifico per quanto riguarda la conoscenza di argomenti di Geometria Analitica, è solo un invito a riflettere ed eventualmente a commentare su come la matematica possa interpretare la realtà.

mercoledì 15 maggio 2019

La libertà è un diritto inviolabile




Invito gli alunni delle classi VD e VE a commentare il video del discorso di M.L. King esprimendo le proprie considerazioni sul concetto di libertà.
La libertà è un diritto inviolabile

Invito gli alunni dellle classi III D, IV E e IV D ad esprimere le proprie considerazioni sulla affermazione di M.L. King. 

venerdì 10 maggio 2019

la matematica del caffè







http://www.lescienze.it/news/2016/11/16/news/modello_matematico_caffe-3312056/


se qualcuno avesse dei dubbi sull'utilità della matematica, sappia che può servire anche per prevedere la bontà di un caffè...

l'articolo fa riferimento a diverse conoscenze di fisica, oltre che al concetto di "modello matematico".
quali concetti della fisica tratta che tu hai studiato? cosa è un modello matematico?  

il numero primo più grande..




http://www.lescienze.it/news/2018/01/09/news/numero_primo_piu_grande_mersenne-3812485/

Come i numeri primi vengono utilizzati nella crittografia?



le onde sonore hanno massa?


http://www.lescienze.it/news/2019/03/14/news/suono_peso_massa_onde_sonore-4333664/

l'articolo suppone due nuovi concetti: il suono trasporta massa (materia) e l'esistenza di masse negative.

alla luce delle tue conoscenze di fisica, esprimi qualche osservazione..




Il nostro corpo è sinonimo di bellezza non solo a livello esteriore ma anche dal punto di vista fisiologico.Dopo aver visto il video rifletti su come il battito cardiaco ha influenzato la musica di molte canzoni rendendole vibranti di inusuale bellezza. Dopo aver spiegato come questo fisiologicamente  avviene, esprimi un pensiero su tutto ciò.

Prof. Marino Emanuele

giovedì 9 maggio 2019

prof.ssa Rita Milito PER LA CLASSE IV F "Liberi "di"..."da"..."per"...

LA LIBERTÀ’ 






“La libertà è uno tra i valori più importanti per ogni essere vivente. Chiunque ha il diritto di vivere la propria vita come meglio crede, di fare le scelte ritenute più opportune e di allontanare da sé tutto ciò che è motivo di dolore, stress e disagio interiore, nel rispetto della società circostante. Ledere un simile diritto, opprimere l’altro e ridurlo ad una condizione di sottomissione, è un atteggiamento da punire e condannare sotto ogni punto di vista. ART. 21 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.[...]

Sulla base dei principi espressi dall’Art. 21 della Costituzione Italiana e sul messaggio che traspare dal testo della canzone di Jovanotti che segue, provate a commentare esprimendo il vostro pensiero di libertà rifacendovi a questi spunti:
- libertà “di”
- libertà “per”
- libertà “da”





lunedì 6 maggio 2019

La donna e il lavoro



https://www.raiplay.it/video/2019/04/Passato-e-Presente-La-donna-che-lavora-cff5fbea-3b93-43b0-9d14-d4cfdbb02538.html




spunti di riflessione.
L’art. 36 della Costituzione nomina i lavoratori , nell’art. 37 si nominano le donne lavoratrici
La donna e il lavoro
La scuola e i salari uguali per uomo e donna.

DALLA LIBERTA’ INDIVUDUALE AL BENE COMUNE: L'IMPORTANZA DELLA SCELTA



https://www.youtube.com/watch?v=sy6xRSeuo2w


Denzel Whasington nei panni di un templare in epoca post-nucleare, mantiene fede al proprio spirito attraverso la sua scelta, intuendo lo scopo della sua esistenza.

 Da Inferno canto III, vv. 34-51
 
Ed elli a me: «Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanza ’nfamia e sanza lodo.
       Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.
       Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli».
       E io: «Maestro, che è tanto greve
a lor, che lamentar li fa sì forte?».
Rispuose: «Dicerolti molto breve.
       Questi non hanno speranza di morte
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ’nvidiosi son d’ogne altra sorte.
       Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
 


Dante, attraverso la scelta di incontrare per prime le anime degli ignavi, vuole trasmettere ai suoi lettori un messaggio chiaro: la folla di umani senza colpa  e senza meriti, rappresenta la maggioranza delle persone. Il fatto che in vita tanti si siano astenuti a prendere qualsiasi tipo di posizione non sminuisce affatto la gravità di una simile condotta. Certo, queste anime non hanno commesso peccati, ma non hanno neppure fatto qualcosa di buono. Non può averli l'inferno, e non li vuole neppure; ma la loro vita, apparentemente corretta, non basta di certo a ottenere l'accesso al Paradiso. La durezza di Dante qui ci chiama in causa, più che in qualsiasi altro passaggio dalla Commedia. Siamo sicuri di non vivere anche noi "sanza 'nfamia e sanza lodo"? Ogni giorno, la nostra vita, nelle comunità di cui facciamo parte, ci impone scelte, schieramenti. Non è facile e non è senza rischi vivere fino in fondo queste situazioni: il rischio di sbagliare, come il rischio di rimetterci, e perfino di perdere la vita, è alto. Ma è indispensabile che ognuno di noi trovi lo spazio adatto in cui incanalare la propria forma di impegno, di coraggio, di generosità. La libertà non è fare "ciò che voglio", o sottrarmi alle mie responsabilità, la libertà è partecipazione, impegno, perché da questo dipende il bene della collettività.
"Il gran rifiuto" di una delle anime degli ignavi porterà alla decadenza delle istituzioni papali e alla rovina di Firenze e dello stesso Dante che subirà l'esilio e lo stesso può accadere se noi non facciamo la nostra parte, se non ci spendiamo, se non siamo capaci di metterci in gioco.

Ieri come oggi, i peccati sono molti, ma non scegliere resta il peggiore di tutti. Uomini che non cercano nemmeno la loro passione, camminando sulla facile strada del guadagno, politici che saltellano tra i partiti politici come nel gioco della campana, giovani svogliati sul divano della rassegnazione. Lì si può vedere tutti passeggiare sulla via delle scelte non prese, in una immagine non così diversa da quella che raccontò Dante.
CONSEGNA: scrivi un tuo commento su quanto hai letto e sugli ignavi del nostro tempo, ovvero su chi evita di prendere posizione nelle piccole e nelle grandi questioni. E tu? Pensi di vivere la tua vita facendo delle scelte o ti adegui alla volontà della massa?

 

 
 
 

giovedì 2 maggio 2019

Biologia, città e imprese sono legate tra loro? Sì, dalla matematica

A che serve la matematica?

"A niente, ovviamente!". Ecco la risposta del 90% degli studenti 😊
Una risposta un po' più fondata è che la matematica serva per soprattutto per imparare a pensare, cioè per costruire la competenza probabilmente più importante per la vita nelle nostre società a più dimensioni. In questa prospettiva, la matematica è solo una delle stanze della grande palestra del pensiero, assieme alla poesia, alla filosofia, alle scienze, ...

Tuttavia, la matematica ha anche, da sempre, applicazioni e ricadute molto concrete sulla nostra vita.
In questo video si mostra un legame soprendente tra l'evoluzione biologica della vita e quella, sociale ed economica, delle nostre città e delle nostre aziende.

ll video, della durata di circa 17 minuti, cioè circa un quarto di una puntata de "Il trono di spade", si può vedere con sottotitoli in italiano o in inglese a questo indirizzo.
Vi invito ad ascoltarlo una sera al posto di una serie TV :-) e a condividere, con un commento, il pensiero più interessante che ci avrete trovato.
Grazie per il vostro impegno ad imparare a pensare!

mercoledì 1 maggio 2019

EFFETTO SERRA E MUTAMENTI CLIMATICI

I cambiamenti climatici sono ormai una realtà e hanno ripercussioni sempre più evidenti su tutti noi, basti pensare alle alluvioni, le sempre più frequenti e forti piogge, gli inverni più miti, le variazioni delle migrazioni degli uccelli. Tutti questi sono segnali che i cambiamenti climatici si stanno facendo sempre più rapidi e che il clima sta subendo delle evidenti e repentine variazioni.

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Molto spesso i termini “clima” e “tempo” vengono usati come sinonimi ma in realtà hanno significati diversi: il tempo è l’insieme degli elementi meteorologici che caratterizzano l’atmosfera in un preciso istante, il clima indica, invece, l’andamento medio del tempo rilevato in una determinata regione in un periodo di almeno 30 anni.
Il clima sulla Terra da sempre subisce dei normali cambiamenti e lo farà anche in futuro, la variabilità è naturale varia da zona a zona e non è costante nel tempo, considerando sia il medio che il lungo termine (le ere glaciali si sono ripetute con frequenze di alcune decine di migliaia di anni).
Il problema è che negli ultimi decenni, come affermato dagli studi scientifici più recenti, le attività umane, industriali e agricole, sembrano aver prodotto rapide variazioni della temperatura. L’aumento della temperatura media della Terra è un dato di fatto: negli ultimi 100 anni questo incremento è dell’ordine di 0,6°C su scala globale e di 1°C in Europa.
L’atmosfera è composta da diversi gas: 78% di azoto, 21% di ossigeno, 1% di argon e altri gas, tra cui il biossido di carbonio (comunemente chiamato anidride carbonica) presente nella percentuale dello 0,035%, una concentrazione apparentemente bassa ma in continuo aumento.
L’atmosfera funziona come uno schermo trasparente e protettivo che avvolge la Terra: lascia filtrare la luce solare e trattiene il calore. L’atmosfera funziona come le pareti di vetro di una serra e per questo si parla di effetto serra. I responsabili dell’effetto serra sono i gas serra, tra cui l’anidride carbonica ed il vapore acqueo, presenti nell’atmosfera, che intrappolano il calore. A partire dalla rivoluzione industriale l’uomo ha iniziato ad immettere in atmosfera quantità di gas serra sempre crescenti, aumentando significativamente la loro concentrazione, il che ha comportato un progressivo aumento della temperatura del pianeta. Tale aumento di temperatura è la causa dei cosiddetti cambiamenti climatici (surriscaldamento globale).  
Rifletti sulle principali cause di questo aumento di temperatura, sulle possibili conseguenze e sui possibili rimedi, non solo per quanto riguarda le scelte a livello globale ma anche su quello che ognuno di noi può fare.
Di seguito alcuni collegamenti per approfondire le tematiche in questione.

Max Planck, un rivoluzionario poco convinto

Come avvengono davvero le rivoluzioni del pensiero?

Max Planck e la nascita della fisica quantistica

La fisica quantistica ha una data di nascita abbastanza condivisa tra i manuali di fisica dei licei: il 14 dicembre del 1900, con la presentazione di Max Planck della sua memoria Zur Theorie des Gesetzes der Energieverteilung im Normalspektrum (Sulla Teoria della Legge della distribuzione di Energia nello Spettro Normale) ad un incontro della Società di Fisica Tedesca di Berlino.
La realtà, tuttavia, è sempre più articolata e complessa di quanto un manuale possa raccontare... La straordinaria rivoluzione del pensiero fisico e, di conseguenza, della realtà quotidiana, che la meccanica quantistica ha portato nel nostro mondo non può essere semplicisticamente ascritta al pensiero di un singolo fisico, per quanto notevoli siano stati i suoi personali contributi. 
Uno degli insegnamenti più straordinari che la scienza moderna ci consegna, soprattutto a partire dal Novecento, è che le grandi rivoluzioni di pensiero siano il risultato dell'azione corale e collaborativa di tante menti, orientate all'obiettivo comune del progresso scientifico, culturale e umano dell'intera società. Sotto questo punto di vista, la scienza appare oggi assai più democratica e partecipativa di quanto non siano le nostre socialdemocrazie!

Nell'articolo in lingua inglese collegato qui, si ripercorrono in maniera chiara e avvincente alcune delle tappe fondamentali che hanno condotto alla nascita della fisica quantistica, nei primi anni del secolo scorso. Si tratta di una lettura breve e non eccessivamente tecnica, che si impernia sulla figura di Max Planck e sull'evoluzione del suo pensiero fisico, a contatto con le menti più illustri di quegli anni.

Carissimi studenti, date una lettura all'articolo collegato sopra e riportate nei vostri commenti un breve estratto, assieme a una vostra breve riflessione su ciò che vi è parso più significativo rispetto al percorso culturale di Max Planck, al contesto scientifico o alle implicazioni del suo contributo alla fisica contemporanea.

martedì 30 aprile 2019

Trappole sociali e identità


L'incontro con l'opera di Pirandello ci invita a riflettere sulla complessità delle relazioni che si intrecciano tra gli individui e, più in generale, tra i singoli e la società. Con riferimento alla letteratura studiata, condividi le tue riflessioni in merito ai condizionamenti generati dal rapporto con gli altri e con le regole - vere e presunte - del mondo esterno.

sabato 27 aprile 2019

EMBRACING 'OTHERNESS'...EMBRACING MYSELF!

This is is a 'Ted's Talk video' concerning 'otherness', diversity, racism. My students from 4E and 5E are kindly requested to answer the  following questions, which, in my opinion, can help us share ideas profitably as well as usefully compare each other's points of view about a very delicate matter. Therefore, after watching the video, please add your comments by focusing on  some of the following guidelines :    
- What do you think about 'otherness'? Do you have any prejudices or do you think you are an open-     minded person?  
- How can, people feeling 'different', manage to 'rebuild' their own identity successfully?
- How can we survive to the possible destruction of our 'self'?
- What is 'diversity' in your opinion and how is it possible to turn it into someone's strength?
- What does the speaker mean by 'living in oneness with each other' and which are the cons about that
- Which role can frienship or love play when fighting against any kind of discrimination                                                                                                                          
                           

venerdì 26 aprile 2019

Social Networks - Il problema dei Big Data

Quasi tutti i cittadini (salvo rare eccezioni) sono presenti in uno o più social network. Non tutti, però, conoscono il forte legame che i social hanno con il problema dei Big Data.

giovedì 25 aprile 2019

DISSESTO IDROGEOLOGICO, NON È SOLO QUESTIONE DI CLIMA

Leggi l'articolo collegato al link sottostante e rifletti sulle conseguenze legate al dissesto idrogeologico e ai cambiamenti climatici, sia per quanto riguarda la nostra regione e, più in generale in Italia e nel mondo.

DISSESTO IDROGEOLOGICO, NON È SOLO QUESTIONE DI CLIMA

Dissesto idrogeologico, allarme di Legambiente Calabria

Il Rischio Idrogeologico in Calabria

mercoledì 17 aprile 2019

L'art. 4 della Costituzione Italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Il Governo Italiano ha recentemente istituito il reddito  di cittadinanza con lo scopo principale di ridurre la povertà. Secondo voi è da considerarsi anche una misura che ha come obiettivo la realizzazione del suddetto articolo?

           Prof. Rechichi Giuseppe

Le regole del gioco d'azzardo.

Le regole del gioco d'azzardo.
"Il gioco d'azzardo è la tassa sugli imbecilli"
cit. Bruno de Finetti
Il gioco e il gioco d'azzardo. Il banco vince sempre


Prendendo spunto dalla foto e dal video, introduci un post che tratti della "non convenienza" di uno a scelta dei giochi d'azzardo che conosci. Importante, inserire considerazione sulla probabilità di vincita, o meglio dell'alta probabilità di "non vincere". Dunque struttura così il tuo commento:
1) Descrizione breve del gioco d'azzardo (max 5 righe)
2) Trattazione della non convenienza dal punto di vista probabilistico,  e quindi della non convenienza in generale. (max 15 righe)
3) Commento personale e originale sull'argomento.

Prof. Giulio Stringelli
Prof.ssa Barbara Bellamacina

ONDE e SUONO

                               ONDE e SUONO





La tematica proposta verte nell'affrontare i fenomeni ondulatori dal punto di vista dell'inquinamento ambientale dovuto alle diverse interazioni delle onde (sonore, ultrasoniche, infrasoniche, radio, ultraviolette, elettromagnetiche, microonde, raggi X, raggi gamma...). Affrontate la tematica proponendo un commento dettagliato su un tipo di fenomeno ondulatorio inquinante, e commentate o chiedete informazioni sui commenti già esistente.

Prof. Giulio Stringelli
Prof.ssa Barbara Bellamacina

martedì 16 aprile 2019

Formalità del diritto e Sostanzialità dei diritti

Formalità del diritto e Sostanzialità dei diritti 


Letto superficialmente l'articolo 3 della Costituzione Italiana potrebbe sembrare una mera ri-affermazione del principio di uguaglianza formale di fronte alla legge. Un principio di marca liberale/illuministica già presente nelle costituzioni ottocentesche che  il primo comma dell'articolo 3 conferma pienamente:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione , di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."

Il comma infatti esclude come criterio discriminatorio qualsiasi elemento di tipo politico, culturale, sessista, religioso o anche socio-economico, opponendosi quindi fermamente all' illiberalità del fascismo che aveva invece usato le opinioni politiche, la razza e la cultura di appartenenza come motivo discriminante. 

L'articolo, ovviamente, prevede che le capacità e le abilità dei singoli abbiano piena cittadinanza e piena libertà di esprimersi e di ergersi quindi a criteri di differenziazione, anche di natura sociale.

E proprio su questo punto interviene il secondo comma dell'articolo, dimostrando pienamente lo spirito unitario -antifascista - che ha permesso a forze politiche così diverse, da quelle liberali a quelle socialiste e cattoliche, di scrivere insieme una delle migliori e più belle costituzioni attualmente in vigore. Leggiamo dunque il secondo comma:

"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’ organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

Come si evince sin dalle prime parole c'è un qualcosa che completa il principio di uguaglianza formale dei cittadini espresso dal primo comma, la legge infatti assegna alla Repubblica (quindi allo Stato) il compito di intervenire attivamente per rendere effettiva (sostanziale) l'eguaglianza dei cittadini. Se infatti, come è stato detto in precedenza, le capacità dei singoli devono avere piena possibilità di espressione, permettendo a ognuno di realizzarsi al meglio -anche da un punto di vista economico - nello stesso tempo, affinché le capacità e/o le possibilità individuali non si trasformino in motivo discriminatorio, lo Stato ha un ruolo fondamentale nel garantire a tutti i suoi cittadini, concretamente, le medesime possibilità di piena realizzazione.

lunedì 15 aprile 2019

la natura come spazio vitale

La natura come spazio vitale.


paesaggi naturali sono i protagonisti quasi assoluti delle tele degli artisti impressionisti,  come è proprio della gran parte della produzione pittorica di Monet, che puntava a riproporre costantemente il paesaggio nelle sue infinite possibilità, come tante variazioni su tema. La figura umana è presente solo di rado e, quando c’è, viene affrontata al pari delle altre molteplici manifestazioni della natura.

Raramente Claude Monet è soddisfatto delle sue opere ed è proprio la sua insoddisfazione, che lo porta a ricercare incessantemente soluzioni nuove a partire da un medesimo tema (la natura in tutte le sue forme) e a ritenere inesauribili le possibilità della sua tavolozza. La scelta del paesaggio naturale come oggetto artistico privilegiato non si limita però a questo. Monet prende coscienza della potenza della vista umana e si impegna a fermare sulla tela non tanto la realtà in se stessa, ma le impressioni, che la vista della realtà gli suggerisce.
La natura come atelier
È per questo che Monet fa della natura il suo atelier; un atelier di vento, alberi, prati, nebbia e colore. Soprattutto colore. Monet infatti, esperto conoscitore delle leggi fisiche dell’ottica, sa perfettamente che in natura la luce di per sé non esiste. Sono i colori, registrati dall’occhio umano su diverse lunghezze d’onda, a dare l’impressione della luce.

 paesaggi naturali sono i protagonisti quasi assoluti delle tele, come è proprio della gran parte della produzione pittorica di Monet, che puntava a riproporre costantemente il paesaggio nelle sue infinite possibilità, come tante variazioni su tema. La figura umana è presente solo di rado e, quando c’è, viene affrontata al pari delle altre molteplici manifestazioni della natura.
Sulla tematica del paesaggio e la sua tutela si rivelerebbe molto utile la nostra attenta rivisitazione, specie in un epoca come quella contemporanea, in cui l’inquinamento come sappiamo, sta mettendo in grande crisi  l'intero ecosistema.
A tal proposito si richiede un tuo adeguato contributo con commenti, ipotesi, suggerimenti e riflessioni.
 Allega se lo ritieni utile e a tua scelta, una delle tante opere con soggetto naturalistico,  tipica artisti degli impressionisti.